Inaugurazione dell’a.a. 2022/2023

Offerte, contesti e interrogativi dalla vasca sacra del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni

Giovedì 1 dicembre 2022, ore 10,30 aula 20

Jacopo Tabolli (Università per Stranieri di Siena)

Ada Salvi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo)

Emanuele Mariotti (Ricercatore indipendente – Comune di San Casciano dei Bagni)

Indirizzo di saluto Vincenzo Loia (Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Salerno)

Introducono Renata Cantilena e Stefania Zuliani (DiSPaC/Università degli Studi di Salerno)

Discussant Giacomo Pardini (DiSPaC/Università degli Studi di Salerno)

Con questa conferenza inaugurale si presentano in anteprima i risultati delle indagini archeologiche effettuate durante le campagne di scavo 2021 e 2022 presso il Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (SI). L’ultima campagna di scavi ha permesso il rinvenimento del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo. 

Si tratta di oltre venti statue che raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti. L’eccezionale stato di conservazione all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso di preservare le iscrizioni in etrusco e latino che furono incise sulle statue. La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II e il I secolo a.C. Si tratta di un periodo storico di grandi trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale di Roma, nel santuario del Bagno Grande nobili famiglie etrusche e romane dedicarono assieme le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese – sicuramente nel corso del I secolo d.C. – le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo.

La vasca ha restituito, inoltre, più di cinquemila monete romane (in oro, argento e lega di rame) datate prevalentemente tra il I ed il III secolo d.C. che, come gli altri reperti, sono state offerte in questo luogo sacro.

Dunque non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, bensì di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C., mentre agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso e il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.

Lo scavo è condotto dal Comune di San Casciano dei Bagni su concessione della Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. Le attività di ricerca sono coordinate dal prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e la direzione sul campo è del dott. Emanuele Mariotti per conto del Comune di San Casciano dei Bagni; la tutela è diretta dalla dr.ssa Ada Salvi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo (SABAP-SI). La campagna di scavo è stata integralmente finanziata dal Comune di San Casciano dei Bagni e si avvale anche del contributo di società e fondazioni internazionali (Ergon, Heureka Ambiente, Vaseppi Trust, Fondazione Friends of Florence, Max Ulfane). La conservazione e il restauro sono condotte dalla dott.ssa Wilma Basilissi dell’Istituto Centrale del Restauro in collaborazione con la dott.ssa Simona Pozzi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo.  Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze ha inoltre coadiuvato la direzione scientifica dello scavo nelle operazioni di sicurezza del cantiere di scavo e dei reperti.

Nell’ottica di collaborazione e scambio con altri Istituti la SABAP-SI ha formalizzato un accordo con il DiSPaC/Unisa per lo studio dei reperti monetali (responsabile scientifico prof. Giacomo Pardini); tale attività è stata inserita nel più ampio progetto di ricerca, tutela e valorizzazione dei rinvenimenti monetali in Italia denominato “Coin Finds Hub – Italy” (responsabili scientifici proff. Renata Cantilena, Federico Carbone e Giacomo Pardini), attuato grazie ad una Convenzione quadro tra Unisa e gli Istituti centrali del MiC (DGMusei, DGABAB, ICA, ICCD, ICCU).

I relatori

Jacopo Tabolli, dal 2017 al 2021 funzionario archeologo presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo (SABAP-SI), è ricercatore di Etruscologia e antichità italiche presso l’UNISTRASI. Dal 2018 è responsabile scientifico del progetto di scavo e ricerca presso il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. È autore di più di 90 pubblicazioni: i suoi lavori riflettono interessi scientifici che abbracciano l’Etruria meridionale, l’Agro Falisco, l’Etruria interna e l’Etruria settentrionale interna dal Bronzo Finale alla piena romanizzazione.

Ada Salvi è funzionaria archeologa presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo (SABAP-SI). I suoi interessi scientifici riguardano gli aspetti connessi alla cultura materiale etrusca e al popolamento antico della Valdichiana.

Emanuele Mariotti ha seguito vari progetti di ricerca nel Mediterraneo, in particolare come topografo ed esperto di geofisica, tra i quali si possono ricordare Thamusida (Marocco), Ephaestia (Lemnos, Grecia), Dionysias (Fayyum, Egitto), Husakly Huyuk (Turchia), Utica (Tunisia), Shemshara (Kurdistan Iracheno). Dal 2018 dirige le attività sul campo presso il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, occupandosi del survey, della geofisica e della direzione dello scavo.

Inaugurazione dell’a.a. 2022/2023

Casi studio per una concezione integrata del mestiere di storico dell’arte

Giovedì 1 dicembre 2022, ore 15,00 aula 13

Giorgio Bonsanti

già docente ordinario di Restauro alle università di Torino e di Firenze

Segretario generale dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze

Discussant Stefania Zuliani, Università di Salerno/DISPAC

Da più parti si osserva che lo storico dell’arte dovrebbe oggi essere versato in un gran numero di specializzazioni, o almeno, disporre di strumenti di studio e interpretazione capaci di misurarsi con molteplici declinazioni della disciplina. Nel corso della sua lectio magistralis Giorgio Bonsanti, studioso del restauro e restauratore tra i più stimati a livello internazionale, presenterà esempi significativi e casi di studio nei quali una migliore comprensione dell’oggetto è stata procurata dal riconoscimento di fattori di varia natura, che non prescindono dalla lettura stilistica ma la integrano in misura a volte determinante. Certamente da questo punto di vista ha acquistato importanza la cosiddetta “technical art history”; ma a volte si tratta di considerazioni semplicissime, addirittura banali, che però nel caso specifico possono dimostrarsi risolutive.

 

Giorgio Bonsanti, già professore ordinario di Storia e tecnica del Restauro, è stato Direttore della Galleria Estense, delle Cappelle Medicee, del Museo di San Marco, di cui ha nel 1983 curato un nuovo ordinamento, e della Galleria dell’Accademia di Firenze. Ha diretto il restauro, fra gli altri, del Tondo Doni di Michelangelo agli Uffizi e degli affreschi del Beato Angelico nel Convento di San Marco. 

Dal marzo 1988 è stato nominato Soprintendente dell’Opificio delle Pietre e Dure, di cui è attualmente componente del Consiglio Scientifico. Ha avuto responsabilità nel restauro, fra i tanti, degli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo, di quelli della Cupola del Duomo di Firenze di Vasari e Zuccari, del Parmigianino a

Fontanellato (Parma), di Pietro da Cortona a Palazzo Pitti, delle statue di Orsanmichele e dell’Opera del  Duomo (Donatello, Ghiberti, Verrocchio, Nanni di Banco ecc.), dell’Annunciazione Cavalcanti di Donatello, della Porta del Paradiso di Ghiberti, della Croce di Santa Maria Novella e della Madonna di San Giorgio alla Costa di Giotto, di altri dipinti di Raffaello (Madonna del Baldacchino), Caravaggio (Decollazione del Battista di Malta), Rubens (Storie di Enrico IV degli Uffizi), Botticelli (Incoronazione della Vergine degli Uffizi). Ha curato numerose mostre tra cui più di recente, La Bellezza ritrovata- Restituzioni 2016 (con Carlo Bertelli, Milano2016), La Fragilità della Bellezza – Restituzioni 2018 (con Carlo Bertelli, Venaria Reale 2018), Sacred Drama – Performing the Bible in Renaissance Florence (con A.M. Testaverde e S. Castelli, Washington luglio – settembre 2018), La Fragilità e la Forza – Restituzioni 2022 (con Carlo Bertelli e Carla di Francesco, Napoli 2022).

Eventi passati

Rappresentare l’alterità

Ciclo di seminari a cura di Adriano Amendola, Francesca Dell’Acqua, Loredana Lorizzo, Mauro Menichetti, Antonella Trotta

Quale Altro? Riflessioni sulla rappresentazione dell’alterità

giovedì 23 giugno 2022, ore 9:30 – Aula virtuale del dottorato, Aula 15 DISPAC

Francesco Freddolini e Marco Ruffini (Università La Sapienza, Roma)

1 CFU

La percezione comparativa tra noi e gli altri, che si apprende fin dall’infanzia, ha portato gli artisti a creare stereotipi figurativi e iconografici incentrati sulla diversità fisica e psicologica creando con l’aiuto degli eventi storici, un itinerario che si dipana tra paure e mitologie, le quali hanno costruito intellettualmente l’idea della diversità. Fin dall’antichità classica la prima contrapposizione fu quella tra il maschile e il femminile e da qui l’avvio della modalità di vedere nelle altre culture non gli elementi di somiglianza ma quelli di differenza. Nell’ottica di un ribaltamento delle consuetudini, anche linguistiche, e dell’integrazione e comprensione dell’Altro, argomento, oggi quanto mai attuale, sono stati pubblicati i primi due volumi della collana “Fuori dal margine. L’Altro nell’arte” per la ETS di Pisa di Adriano Amendola e Loredana Lorizzo rispettivamente intitolati L’Altro in prospettiva. Quando l’arte aiuta a conoscere il diverso e Diversità sotto torchio. Rappresentare e divulgare l’immagine dell’Altro tra Rinascimento e Barocco

Peculiarità dell’argomento è quello di cambiare ed evolversi di continuo, un divenire della percezione dell’Altro che si modifica a seconda delle collettività, delle epoche e delle latitudini. Quali sono i vantaggi di una maggiore inclusività? Su questo tema Interverranno con nuove letture e prospettive Francesco Freddolini e Marco Ruffini, studiosi che in vario modo si sono confrontati con l’argomento.

 

Francesco Freddolini è professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università La Sapienza di Roma dal 2020. Formatosi all’Università di Pisa, ha insegnato storia dell’arte presso il Luther College, University of Regina, dove è stato direttore dello Humanities Research Institute. La sua attività di ricerca è stata supportata da borse di studio presso lo Smithsonian American Art Museum (Washington, DC), Huntington Library (San Marino, California, USA), Francis Haskell Memorial Grant, e il Getty Research institute, dove ha collaborato al progetto di ricerca Display of Art in Roman Palaces, 1550-1750. I suoi principali campi di ricerca sono la storia della scultura nel lungo Seicento, la storia del collezionismo e gli scambi artistici transculturali su scala globale nel periodo 1500-1850.

 

Marco Ruffini è professore associato in Storia della critica d’arte e Letteratura artistica all’Università La Sapienza di Roma dal 2013. Si è formato presso La Sapienza, all’Accademia di Belle arti di Roma, alla Indiana University (M.A) e alla University of California, Berkeley (Ph.D. in Italian Studies). Borsista al Warburg Institute e alla Yale University, ha insegnato al Dartmouth College e alla Northwestern University di Boston. Le sue principali aree tematiche di interesse sono la storia e teoria dell’immagine; Boccaccio e le arti visive; Vasari e le Vite; il patronato artistico di Gregorio XIII Boncompagni; i rapporti fra la cultura umanistica e la filosofia naturale nella prima età moderna.

Oggetti immagini parole. Le fonti per la ricerca archeologica e storico artistica

a cura di Fausto Longo e Donato Salvatore

La Fondazione Giulio e Anna Paolini. L’archivio in progress di un artista in attività

Discussant  Stefania Zuliani

lunedì 28 marzo 2022 ore 15 Aula virtuale del dottorato

Bettina Della Casa, Fondazione Paolini

1 CFU

L’intervento verte sull’attività di Giulio Paolini (1940), fra i riconosciuti protagonisti della scena artistica internazionale, e dell’archivio legato alla Fondazione a lui dedicata, costituita il 14 dicembre 2004 a Torino dallo stesso Giulio Paolini e da sua moglie Anna, insieme ai più stretti collaboratori dell’artista. In assenza di eredi, i coniugi fondatori hanno voluto creare un’istituzione privata, in grado di accogliere una parte del patrimonio di opere dell’artista rimaste di sua proprietà, così come, in un futuro più lontano, il suo archivio e il suo intero lascito, ininterrottamente in evoluzione grazie all’attività dell’artista, attualmente protagonista di un inedito progetto espositivo al museo del Novecento di Firenze, Dov’è il presente? a cura di Bettina Della Casa e Sergio Risaliti

Peculiarità dell’archivio Paolini è dunque di essere in continuo divenire. Quali sono i vantaggi e le sfide di un archivio che si misura con il costante incremento del suo patrimonio?

Bettina Della Casa è direttrice della Fondazione Giulio e Anna Paolini di Torino dal 2019 e collabora con l’artista dal 1996. È attiva anche come curatrice free-lance. Dal 1999 al 2018 è stata curatrice al MASI (Museo d’arte della Svizzera italiana), Lugano, Svizzera. Nel 2019 ha co-curato (con Saretto Cincinelli) la mostra “Joint is out of Time” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (GNAM) di Roma e nel 2020 ”Chess Game. Carl Andre – Alighiero Boetti” presso la Galleria Massimo De Carlo di Milano. Vive tra Como e Torino.

Oggetti immagini parole. Le fonti per la ricerca archeologica e storico artistica

a cura di Fausto Longo e Donato Salvatore

Opere d’arte nel Pio Monte della Misericordia: ricerca archivistica e analisi delle diverse tipologie di fonti per la redazione del catalogo del patrimonio storico-artistico

Martedì 29 marzo 2022 ore 10,30 Aula virtuale del dottorato

Paola D’Alconzo, Mario Quarantiello, Mariano Saggiomo

1 CFU

Nell’approntare il catalogo completo del patrimonio storico-artistico del Pio Monte della Misericordia si è deciso di valorizzare una peculiarità dell’Ente, detentore di un ricchissimo Archivio storico, grazie al quale è possibile ricostruirne la storia fin dagli anni di fondazione. L’entità e il valore di questo archivio hanno fatto sì che una parte consistente della ricerca mirasse ad affiancare il lavoro degli studiosi che si sono occupati della schedatura delle varie opere, offrendo loro una base documentaria di riferimento; ma al contempo si è inteso indicare ai lettori le potenziali linee di sviluppo dell’esplorazione archivistica, in modo che il modello di metodo proposto resti riproponibile in futuro.

Nel corso della conferenza verranno presentate le principali caratteristiche dell’Archivio storico del Pio Monte della Misericordia e dei fondi che lo compongono, nella maggior parte prodotti internamente ma anche frutto di donazioni che nel corso del tempo ne hanno ulteriormente ampliato il raggio d’interesse. Verranno poi chiariti i criteri che hanno guidato la selezione dei documenti da pubblicare nel catalogo del patrimonio storico-artistico, portando alla redazione di due ampie appendici documentarie; infine, verranno segnalati alcuni casi utili a evidenziare come le informazioni possano essere integrate estendendo la ricerca ad altre sedi.

 

Paola D’Alconzo è professoressa associata di Museologia, critica artistica e del restauro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II. Dedicatasi per alcuni anni al restauro di dipinti, è poi approdata agli studi storico-artistici, conservando un interesse specifico per la storia materiale delle opere d’arte. Ha pubblicato numerosi saggi alla storia della musealizzazione, della tutela e del restauro del patrimonio storico-artistico e archeologico del Regno di Napoli tra XVIII e XIX secolo. Tra le più recenti pubblicazioni: ‘Everyone should be wary whenever they hear boasts about paintings said to have emerged from the excavations at Herculaneum’: Bourbon excavations and the diffusion of forged Pompeian paintings, in The Painters of Pompeii. Roman Frescoes from the National Archaeological Museum of Naples, catalogo della mostra (Oklahoma City Museum of Art, 2021), a cura di M. Grimaldi, 2021; Ferdinando Galiani e le antichità, tra istituzioni, collezionismo e mercato, in Miniere della Memoria. Scavi in archivi, depositi e biblioteche, a cura di P. Giulierini, A. Coralini, E. Calandra, 2020; Conservazione ed esposizione dei dipinti delle collezioni reali napoletane nel XVIII secolo: luoghi, uomini, opere, Edifir 2020. Insieme a Luigi Pietro Rocco di Torrepadula, ha curato il catalogo del patrimonio storico-artistico del Pio Monte della Misericordia (2020).

 

Mario Quarantiello, archivista paleografo diplomatico, è attualmente responsabile dell’Archivio e della Biblioteca del Pio Monte della Misericordia. Nel 2001 ha riordinato dell’Archivio Storico dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce e nel 2003 dell’Archivio Storico della Fondazione Real Monte Manso di Scala. Ha curato diverse pubblicazioni, tra le quali, da ultimi, gli Annali del Monte della Misericordia di Napoli compilati da Scipione Volpicella (2021).

 

Mariano Saggiomo ha appena concluso il corso di Dottorato in Scienze storiche, archeologiche e storico-artistiche (XXXIV ciclo, tutors prof. Francesco Caglioti e prof.ssa Bianca De Divitiis), con un progetto che indaga il fenomeno del patronato laico dei luoghi di culto a Napoli attraverso la creazione di un catalogo di oltre settanta chiese gentilizie. Tra il 2015 e il 2018 ha collaborato con la fondazione Memofonte, pubblicando on line la trascrizione ecdotica di tre guide napoletane; tra il 2018 e il 2021, ha partecipato al progetto di catalogazione del patrimonio del Museo Filangieri di Napoli, con oltre sessanta contributi tra scritti introduttivi e schede di opere. Per il catalogo del patrimonio storico-artistico del Pio Monte della Misericordia ha redatto quattro schede di dipinti e il regesto istituzionale, curando le due appendici documentarie, oltre alla sezione dedicata agli atti e ai documenti.

Oggetti immagini parole. Le fonti per la ricerca archeologica e storico artistica

a cura di Fausto Longo e Donato Salvatore

Le banche dati per la ricerca archeologica e storico-artistica

Maria Senatore, Servizio Bibliotecario di Ateneo

Mercoledì 30 marzo 2022 ore 10, aula 13 e aula virtuale del dottorato

In collaborazione con Orsa Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, Università di salerno e Università Orientale, Napoli

1 CFU

Maria Senatore terrà una lezione sulle banche dati della biblioteca di Ateneo, una risorsa fondamentale per la ricerca. Le banche dati sono collezioni strutturate di documenti digitali, consultabili su supporto fisico (CD-Rom, DVD, ecc.) o ad accesso remoto, di diversa tipologia: possono contenere registrazioni bibliografiche e/o abstract (risorse di riferimento o secondarie), oppure documenti a testo pieno, per lo più tratti da periodici elettronici (risorse ‘di fonte’ o primarie).

Oggetti immagini parole. Le fonti per la ricerca archeologica e storico artistica

a cura di Fausto Longo e Donato Salvatore

Territorio, fonti e opere: indagini sulla scultura napoletana in argento e in legno tra ’600 e ’700

Discussant Adriano Amendola

giovedì 31 marzo 2022 alle ore 11:30, aula virtuale del dottorato 

Giuseppina Merola, Antonello Ricco, Università di Salerno

1 CFU

La fonte primaria della Storia dell’arte è costituita dalle stesse opere d’arte, che possono essere differenti per tipologia, dimensione, materiale, e per funzione. Le fonti cosiddette secondarie sono rappresentate «dall’immensa scia di parole scritte che l’attività artistica, in ogni epoca, ha saputo generare» (Antonio Pinelli), di cui ritroviamo tracce in molteplici archivi, di varia tipologia. Indagini compiute in archivi statali e pubblici, e in archivi ecclesiastici e privati, tra l’Italia e la Spagna, finalizzate alla conoscenza del patrimonio artistico di un’area geografica e alla costruzione del catalogo di un artista, hanno caratterizzato i percorsi di ricerca di Antonello Ricco e Giuseppina Merola, che, dottori di ricerca in Metodi e Metodologie della Ricerca Archeologica e Storico Artistica, oggi sono approdati alla pubblicazione dei rispettivi volumi Argenti nel Salernitano. Tesori svelati dell’antica diocesi di Capaccio tra Sei e Settecento e Officine di scultura tra Napoli e la Spagna. Nicola Fumo e gli scultori in legno tra Sei e Settecento, stampati nel 2021 per i tipi di De Luca Editori d’Arte.

Antonello Ricco, ricercatore a tempo determinato in Storia dell’arte moderna dell’Università di Salerno e docente del Laboratorio di Storia dell’arte e di strumenti e metodi di catalogazione del corso di laurea magistrale in Storia e critica d’arte del medesimo Ateneo. Attualmente collabora con l’Ente di Custodia Terra Santa di Gerusalemme e con la Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura. Si occupa di produzione artistica in argento e i suoi interessi spaziano dalle arti applicate alla scultura alla museologia. 

Giuseppina Merola, dottore di ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica dell’Università di Salerno. È componente del gruppo di ricerca Trasferimenti culturali nell’età del Grand Tour. Eseguire e vendere copie fuori da Roma delle Università di Firenze, Pisa e Salerno, e di Vasari-Progetto di Valorizzazione Smart del Patrimonio Artistico Italiano del Dipartimento DISPAC dell’Ateneo salernitano. I suoi studi hanno approfondito temi di scultura, pittura e disegno a Napoli tra la metà del ’600 e la fine del ’700.

Oggetti immagini parole. Le fonti per la ricerca archeologica e storico artistica

a cura di Fausto Longo e Donato Salvatore

Memorie di un archeologo. Alcuni casi di studio dai taccuini di Paolo Orsi

Venerdì 1 aprile 2022, ore 15 aula virtuale del dottorato

Giulio Amara, Scuola Normale Superiore

1 CFU

La ricerca archeologica non solamente un processo di recupero, documentazione e interpretazione di testimonianze materiali alla luce del loro contesto, ma spesso può diventare anche recupero della memoria ditale processo di ricerca. Ci  risulta particolarmente evidente per quelle ricerche condotte nel passato secondo altre esigenze documentarie e criteri metodologici. In questi casi, perciò,   necessario scavare anche nella memoria della scoperta archeologica. In questa prospettiva, i centocinquanta Taccuini vergati da Paolo Orsi,“pioniere dell’archeologia italiana”, costituiscono un formidabile strumento di conoscenza. Accompagnando con costanza la longeva e straordinaria attivit  scientifica dell’archeologo roveretano, i Taccuini testimoniano il procedere degli scavi in atto, raccolgono annotazioni e resoconti, disegni e schizzi stratigrafici, custodendo le prime impressioni e interpretazioni elaborate sul campo. I Taccuini fanno luce sul processo ermeneutico dell’archeologo, permettendo di cogliere il momento della scoperta e, soprattutto, dimarricchirla con elementi e dettagli inediti. Tra Magna Grecia e Sicilia,  è così  possibile riscoprire alcuni tra i contesti archeologici indagati da Paolo Orsi attraverso la ri-lettura di questi archivi della memoria.

Giulio Amara, dottore di ricerca in Scienze dell’Antichità  presso la Scuola Normale Superiore, conduce ricerche sulla Sicilia greca, con particolare attenzione alla cultura materiale nei contesti sacri di età  arcaica. Tra i suoi interessi di ricerca anche il fenomeno della “colonizzazione” greca in Occidente, l’architettura e il commercio nel Mediterraneo antico. Si è  anche occupato della storia della documentazione archeologica e del valore delle fonti archivistiche nella ricerca scientifica. Ha collaborato a numerose ricerche condotte dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, tra cui lo studio del Plastico di Pompei, per il quale  è tra i curatori del volume  La grandiosa imitazione . Il Plastico di Pompei. Dal modello materico al digitale, 2020. Ha collaborato con musei e istituzioni di ricerca e formazione tra cui l’American School for Classical Studies at Athens e la Scuola Normale Superiore. Attualmente   membro della missione archeologica della Scuola Normale al Tempio D, presso la Valle dei Templi di Agrigento.

Valori che cambiano. Aspetti del mercato dell’arte tra antico e presente

seminario a cura di Renata Cantilena e Loredana Lorizzo

Per un’economia dell’arte nel mondo antico.

martedì 22 febbraio, ore 15-17

Giovanni Marginesu (Università degli Studi di Sassari), Economia e arte antica: modelli e problemi.

Riccardo Di Cesare (Università degli Studi di Foggia), L’antica pittura greca: eccellenza di un’arte alla lente dell’economia.

1 CFU

Il processo osmotico tra creazione artistica e sfera economica ha funzionato anche in epoca greca interagendo con la sfera privata e con quella pubblica? Discutiamone con due studiosi particolarmente attenti a queste tematiche, Giovanni Marginesu dell’Università di Sassari e Riccardo Di Cesare dell’Università di Foggia.

 

Giovanni Marginesu,  professore di Storia greca all’Università di Sassari, da qualche anno ha dedicato le sue ricerche ai costi dell’arte antica e ai risvolti economici dei meccanismi della produzione artistica e artigianale. Coordinatore di un gruppo di ricerca sull’economia delle arti in Grecia, ha curato la raccolta a più voci Studi sull’economia delle technai in Grecia dall’età arcaica all’ellenismo (2019), diviso in sezioni dedicate alle varie classi di manufatti. Suoi  recenti e stimolanti lavori su questi temi e, più in generale, sui cantieri edilizi di Atene e su aspetti contabili nella Grecia classica sono Gli epistatai dell’acropoli (2010), Il costo del Partenone Appalti e affari dell’arte greca (2020) e I Greci e l’arte di fare i conti. Moneta e democrazia nell’età di Pericle (2021).

 

Riccardo Di Cesare (Università degli Studi di Foggia), L’antica pittura greca: eccellenza di un’arte alla lente dell’economia.

Riccardo Di Cesare, professore di Archeologia classica e del Mediterraneo nell’Università di Foggia, conduce ricerche sui monumenti pubblici, sulla scultura e sulla pittura, con particolare riguardo al contesto di appartenenza originario del manufatto nella città antica, agli aspetti sociali e economici della produzione e ai prezzi che -soprattutto per i dipinti – corrispondono spesso a convenzioni legate alla stima sociale del pittore e alle ambizioni dei committenti pubblici o privati. Curatore di mostre e di altre iniziative di valorizzazione in Italia e ad Atene, è autore di numerosi contributi tra cui Interamna Praetuttianorum: sculture romane e contesto urbano, 2010 e La città di Cecrope. Ricerche sulla politica edilizia cimoniana ad Atene, 2015.

Valori che cambiano. Aspetti del mercato dell’arte tra antico e presente

seminario a cura di Renata Cantilena e Loredana Lorizzo

Collezioni e mercati contemporanei

mercoledì 23 febbraio, ore 15-17

Elena Giulia Rossi (Accademia di Belle Arti di Roma)  Mercati e valori dell’arte digitale 

Discussant Stefania Zuliani.

1 CFU

Il processo osmotico tra creazione artistica e sfera economica sembra essersi sublimato nell’NFT. Not Fungible Token,  una certificazione registrata su blockchain che garantisce l’unicità dell’opera escludendo ogni tipo di mediatore. Questo fenomeno è esploso in maniera così improvvisa e virale da aver cancellato ogni passaggio dell’evoluzione delle arti digitali, nate ormai da più di un ventennio e che, nella maggior parte dei casi, hanno poco a che spartire con molte delle opere che, nel nome dell’NFT, hanno mandato in tilt il mercato dell’arte. L’intervento vuole ripercorrere il percorso creativo di alcuni artisti digitali che all’era della blockchain sono arrivati seguendone tutti i passaggi e che sono stati particolarmente attenti a sperimentare diverse modalità di vendita di opere digitali, un settore quanto mai complesso e legato anche al problema della conservazione.

 

Elena Giulia Rossi lavora e vive a Roma. Dopo studi a Chicago e collaborazioni con istituzioni di ricerca e museali statunitensi, è tornata in Italia per approfondire la sua ricerca nell’ambito dell’ arte contemporanea, che si muove al crocevia tra biologia, tecnologia e scienza. In questi percorsi si sono intrecciate le sue esperienze lavorative, tra pratica e teoria, con musei, gallerie, riviste e quotidiani, con la piattaforma online Arshake (www.arshake.com) e con l’attività didattica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma dove insegna net art e teoria delle arti multimediali. È autrice di Archeonet. Viaggio nella storia della net/web art e suo ingresso nei musei tradizionali (Lalli Editore, Siena 2003) e di Mind the Gap. La vita tra bioarte, arte ecologica e post internet (postmedia, Milano, 2021).

Valori che cambiano. Aspetti del mercato dell’arte tra antico e presente

seminario a cura di Renata Cantilena e Loredana Lorizzo

Pittura e mercato: un’antinomia?

venerdì 25 febbraio, ore 10-12  

Linda Borean (Università degli Studi di Udine) Raffaella Morselli (Università degli Studi di Teramo)

Quanto costava un quadro? Riflessioni sul prezzo della pittura dal punto di vista di artisti, collezionisti e mercanti.

1 CFU

L’archiatra pontificio Giulio Mancini agli inizi del Seicento nelle sue Considerazioni sulla pittura dedicò una parte del suo scritto alle “Regole per comprare, conservare e collocare le pitture” a dimostrazione di un forte interesse verso questo tema. Ma qual era in effetti in epoca moderna il valore della pittura e quali gli attori del mercato dell’arte? Lo chiederemo a due storiche dell’arte, specialiste di arte barocca e collezionismo: Linda Borean dell’Università degli Studi di Udine e Raffaella Morselli dell’Università degli Studi di Teramo che ci guideranno tra Roma, Bologna e Venezia al seguito di pittori, mercanti e collezionisti tra libri di conti e inventari, cercando di comprendere com’è cambiato nel tempo il ruolo dell’artista nella società di Antico Regime, anche grazie alle strategie economiche messe in atto per decretare il valore della pittura.

Linda Borean, professoressa ordinaria di Storia dell’arte moderna, è direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici e dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Udine. Specialista di arte veneta, ha pubblicato monografie e curato mostre su figure e temi del collezionismo e del mercato dell’arte in epoca moderna (Rencontres à Venise: étrangers et vénitiens dans l’art du XVIIème siécle, Ajaccio 2018; La galleria Manfrin a Venezia: l’ultima collezione d’arte della Serenissima, Udine 2018). Ha coordinato il progetto sul Collezionismo d’arte a Venezia dalle origini all’Ottocento, con il Getty Research Institute (Venezia 2007-2009).

 

Raffaella Morselli, professoressa ordinaria di Storia dell’arte moderna, è prorettrice per la cultura dell’Università degli Studi di Teramo. Specialista di storia della committenza, del collezionismo e del mercato dell’arte del Seicento. Ha pubblicato monografie e curato mostre, tra le quali Gonzaga. La Celeste Galeria a Mantova 2003, Vivere d’arte. Carriere e finanze nell’Italia moderna, Roma 2008, Rubens e la cultura italiana, Roma 2020. Tra le molte collaborazioni internazionali si ricorda quella con il Getty Research Institute sugli inventari bolognesi del Seicento.

Valori che cambiano. Aspetti del mercato dell’arte tra antico e presente

seminario a cura di Renata Cantilena e Loredana Lorizzo

Il mercato dell’arte e antiquariale tra ‘500 e ‘700 

venerdi 25 febbraio, ore 15- 17  

Federica  Missere Fontana, Prezzi e desideri: il mercato delle monete antiche nell’età dell’antiquaria.

1 CFU

In Europa, nel Cinquecento e nel Seicento, il collezionismo di monete antiche ha avuto un ruolo di primo piano nell’affollato e formicolante mondo di antiquari, eruditi, collezionisti, studiosi e letterati. Il paziente laborìo da essi operato, pur se suggerito da diversi intenti, ha fatto sì che la moneta divenisse nel tempo un attendibile strumento di studio. Ad influire sul prezzo di mercato hanno pesato, in varia misura, l’autentico interesse per le antichità, lo smanioso desiderio di possedere esemplari unici o rari, la volontà di assumere prestigio sociale attraverso la formazione di un’importante raccolta.  Federica Missere, attenta e competente studiosa di queste tematiche, ci illustrerà i moventi del collezionismo di moneta in età barocca e i suoi risvolti sul piano economico, attraverso la fitta rete di relazioni tra mercanti, periti, mediatori

 

Federica Missere, storica del collezionismo antico, ha condotto ricerche di storia degli studi numismatici e del collezionismo indagando, con meticolosità e acume, immagini monetali, documenti di archivio – quali carteggi, manoscritti, inventari, prezziari – oltre che antichi libri a stampa, disegni, incisioni. La sua vasta produzione scientifica si è focalizzata soprattutto sulle raccolte monetali e gli scambi antiquari nell’età barocca a Milano, Venezia, Padova, Roma. L’opera Testimoni parlanti. Le monete antiche a Roma tra Cinquecento e Seicento (2009), introdotta da un bel saggio di Claudio Franzoni, restituisce  appieno l’immagine vivida del mondo degli antiquari europei che nell’ambiente romano trovarono fertile campo per i loro interessi.

Inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022

Innovazione, ricerca, creatività: il PNRR per i beni culturali

31 gennaio 2022, ore 14,30 | Aula dei Consigli, Aula Virtuale del Dottorato (piattaforma Teams)

Onofrio Cutaia, Direzione Generale Creatività contemporanea – Ministero della Cultura

Il patrimonio culturale, inteso nella sua accezione più ampia e dinamica, è uno degli ambiti privilegiati del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che prevede un forte investimento a favore di progetti che sappiano interpretare in maniera innovativa e creativa la tutela, la valorizzazione e la produzione dei beni culturali. È una strategia che vede protagonisti i dottorati  e che coinvolge  in particolare il dottorato MeM, da sempre sensibile ai temi dell’innovazione all’interno delle ricerche che conduce sul patrimonio culturale materiale e immateriale. Per questo motivo, ad inaugurare il XXXVII ciclo del dottorato, che vede tra l’altro la presenza di ricerche finalizzate all’innovazione e alla transizione ecologica, è Onofrio Cutaia, titolare della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura. Nel suo intervento, Cutaia presenterà le linee progettuali della direzione Creatività contemporanea evidenziando le opportunità che, nell’ambito del PNRR e non solo, si offrono per i giovani ricercatori che lavorano nel campo del patrimonio culturale.